Moda e imprenditoria femminile su Etsy, il bello della rete

Prendete il gusto per la moda, la passione per il vintage, la mente brillante di donne capaci di pensare in grande e un marketplace internazionale che mette in contatto clienti e artigiani di paesi diversi. Mischiate tutto e avrete un dato che parla di un mondo sommerso (ma non poi così tanto) e di imprenditoria femminile a velocità 2.0. Le statistiche sono di Etsy, il network che permette a creativi, artisti e artigiani di posizionare le proprie opere su una vetrina virtuale capace di raggiungere tutto il mondo, e parlano di un fenomeno in totale controtendenza rispetto alla media italiana: quello dell’imprenditoria fatta dalle donne.

Imprenditoria femminile sul web, un mondo sommerso

Già, perché da un lato le statistiche 2017 parlano di un’Italia che penalizza il lavoro femminile e si colloca ad un poco lusinghiero 82esimo posto su 144 nella classifica del World Economic Forum sul Gender Gap (peggio di Grecia e Rwanda, per capirci), principalmente per quanto riguarda la possibilità per le donne di accedere a ruoli apicali e la differenza di salari a parità di mansione con i colleghi maschi. Dall’altro lato, però, osservando il web la situazione si ribalta, e non di poco: la percentuale totale di venditrici su Etsy è dell’87% e sono numerosissime le storie di donne che hanno trovato nel marketplace online la dimensione ottimale per far trasformare le passioni in lavoro. Si tratta di (ex) disoccupate, di donne che hanno dovuto (e voluto) reinventarsi da zero e mettere a frutto passioni nascoste o scoperte per caso: così facendo, hanno spesso contribuito a creare un nuovo modello economico, cosiddetto “glocal”. In altre parole, artigianato locale ma dimensione globale, e senza rinunciare ad un business etico e inclusivo.

Con “Gira e rigira” il vintage è cool

Anche in Italia non mancano gli esempi di donne coraggiose che si sono messe in gioco su Etsy, valorizzando spesso uno dei settori più caratterizzanti del nostro Paese: la moda.

Provate a cercare “Gira e Rigira”, tanto per dirne uno. Che in vintage su Etsy vada alla grande è un dato di fatto, ma che lo si sappia valorizzare come fa Germana Bargoni con il suo brand è un altro paio di maniche. Genovese di nascita e bolognese di adozione, Germana fa parte di quella schiera di coraggiose che hanno perso il lavoro in tempo di crisi ed hanno deciso di reinventarsi daccapo. A darle man forte sono state la macchina da cucire, le lezioni da una sarta, uno stock di sete preziose comprate a poco prezzo e una grande fantasia: ora pensa e cuce collezioni femminili a partire da stoffe scovate per caso nei mercatini in giro per il mondo.

Ela Siromascenko, dalla comunicazione agli abiti da sera retrò

Il vintage è alla base anche delle creazioni di Ela Siromascenko, che ha lanciato il suo primo brand “Eloshka” su Etsy nel 2012 e in pochi anni ha costruito un marchio personale di abiti da sposa e da sera di ispirazione retrò. E pensare che Ela a Milano lavorava come esperta di marketing dopo un dottorato in Comunicazione! Eppure il sogno di cucire non l’ha mai abbandonato, e grazie all’ispirazione della città della moda e alle potenzialità di Etsy è riuscita a realizzarlo.

Cucire all’antica, vendere 2.0

Per Stefania Palma, invece, cucire non è mai stato un sogno ma una realtà ed è tutta l’artigianalità precisa e unica di un mestiere antico quella che mette in ogni sua creazione. Indumenti, borse, pupazzi, giostrine da culla: il suo marchio Colibrin è il mix perfetto delle sue passioni e del suo estro, approfondito quando lavorava come sarta per il teatro.

Cappelli a go-go, tra Olanda e Italia

E probabilmente la cosa migliore di uno spazio come Etsy è il fatto che ciascuno sia libero di lasciare briglia sciolta alla propria creatività, che trova così terreno fertile per svilupparsi e generare progetti belli, originali, colorati e vincenti. Lo testimonia anche il lavoro di Nadine Winckers, che dal Lago Maggiore raggiunge su Etsy una vasta clientela americana grazie… Ai suoi cappelli! Stile inglese, romanticismo italiano e colori olandesi come la loro creatrice, i cappelli di Nadine sono nati per gioco ed è stata la sua lungimiranza a vedere nella piattaforma la sua possibilità di riuscita.

Di Erica Balduzzi